mercoledì 21 novembre 2007

Il valore delle capacità se ispirate...


Le persone capaci hanno il dovere di “costruire acquedotti dove far scorrere acqua per tutti”, l'obbligo morale di sviluppare business che innescano circoli virtuosi di valore! Fare business, non deve essere la rincorsa spasmodica del profitto a tutti i costi e fine a se stesso, o ancor peggio a mio avviso per speculazioni finanziarie, ma il mezzo attraverso il quale favorire la crescita, soddisfare bisogni, aspettative e creare possibilità di sviluppo concrete, forse solo così etica e profitto non risultano antitetici . Le capacità creano strategie di sviluppo sostenibile e duraturo, quando sono ispirate da alti valori morali, etici e sociali, valori che non siano solo dei vessilli da sbandierare, ma che diventino un “modus operandi”. Gli attori che vengono a contatto con le imprese pensano, ascoltano e grazie ad internet collaborano ed analizzano, come recita una frase resa celebre dal mitico Totò, “ccà nisciunu è fessu”(Qui nessuno è stupido). Sta alle aziende e quindi alle capacità dei suoi manager, far sì che la percezione di valore in tutte le sue forme sia realtà indiscussa, altrimenti si crea sfiducia, disaffezione che nel medio periodo in mercati concorrenziali e ipercompetitivi, porta al fallimento, con conseguenti problemi a cascata nel contesto dove operano ,disoccupazione, povertà e disperazione. Tutti i manager, la sera quando si guardano allo specchio, dovrebbero farsi un esame di coscienza e chiedersi se hanno operato grazie alle proprie capacità ispirandosi a valori morali, etici e sociali o altro.

Penso che il valore strategico delle capacità e della cooperazione possa essere riassunto in una storia tratta da Cash flow quadrant di Robert Kiyosaki.

La storia racconta…Cera una volta un piccolo villaggio, un posto davvero bello in cui vivere, se non fosse per un problema. Quando non pioveva mancava l’acqua. Per risolverlo definitivamente gli anziani decisero di stipulare un contratto affinché si fornisse una fornitura idrica costante.
Si offrirono due volontari e gli anziani concedettero l’appalto a entrambi, ritenendo che la concorrenza avrebbe contribuito a mantenere bassi prezzi ed avere sempre una riserva d’acqua. Ed, uno dei due che ottennero il contratto, si precipito subito al lavoro, comprò due secchi d’acciaio zincato e cominciò il vai e vieni per il sentiero che portava al lago distante più di un chilometro. Siccome faticava dalla mattina alla sera per trasportare l’acqua con i due secchi non gli ci volle molto per iniziare ad accumulare dei soldi. Ad ogni viaggio versava il contenuto dei due recipienti in una grande cisterna di cemento da lui stesso costruita. Si doveva alzare tutte le mattine, prima degli altri abitanti del villaggio, per assicurarsi che ci fosse sempre una quantità idrica sufficiente per la necessità dei compaesani. Era un lavoro duro, ma Ed era felice di guadagnare e di essersi meritato uno dei due appalti esclusivi. Bill, l’altro appaltatore era scomparso. Non si vedeva da mesi rendendo Ed ancora più contento perché libero della concorrenza e di guadagnare tutti i soldi. Anziché acquistare due secchi per competere con Ed, Bill aveva ideato un progetto, fondato su un’impresa, aveva trovato 4 investitori e assunto un direttore ai lavori. Cosi 6 mesi dopo tornò con una squadra edile. Nell’arco di un anno questo gruppo riuscì a costruire un enorme acquedotto di acciaio inossidabile che collegava il villaggio con il lago. Durante la cerimonia d’inaugurazione, Bill annuncio che la sua acqua era più pulita di quella fornita da Ed. Lui sapeva che cerano state delle lamentele a proposito dell’igiene. Inoltre si vantò di poter fornire acqua al villaggio 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana, mentre Ed poteva garantire la fornitura solo durante giorni feriali perché il weekend voleva riposarsi. Bill informò in oltre che avrebbe fatto pagare la sua acqua di miglior qualità al 75% in meno. Tutti gli abitanti erano contenti e corsero subito ad approvvigionarsi all’acquedotto di Bill. Ed fece aggiungere una copertura di sicurezza e comincio a viaggiare dal lago alla sua cisterna con 4 recipienti per volta. Alfine di offrire un servizio migliore, prese a lavorare con se i due figli per i turni di notte e di fine settimana. Quando partirono per andare all’università egli disse loro »Tornate presto perché questo un giorno sarà il vostro lavoro!« Tutta via per qualche motivo dopo essersi laureati, i figli non tornarono. Allora assunse dei dipendenti. Ma comincio ad avere dei problemi sindacali, il sindacato voleva dei salari maggiorati migliori indennità e riuscì ad imporre che non si trasportasse più d’un secchio per volta. D' altra parte Bill comprese che se il suo villaggio aveva bisogno di acqua allora anche altri villaggi ne avevano bisogno. Allora ristrutturò e ampio la sua azienda cominciando a vendere la sua acqua pulita economica e con rapida consegna grazie al sistema dei acquedotti a tutte le città del mondo. Lui guadagna soltanto un centesimo per ogni secchio d’acqua consegnato, ma distribuisce miliardi di secchi d’acqua ogni giorno. Sia che lavori o meno, miliardi di persone consumano miliardi di secchi d’acqua versando cifre astronomiche sul suo conto corrente. Bill aveva letteralmente inventato un acquedotto entro cui fa scorrere oltre l’acqua anche soldi per se stesso, aggiungo creò valore per tutti. Bill visse felice e contento per sempre, mentre Ed dovette faticare come un mulo per il resto della sua esistenza, sempre intrappolato in traversie finanziarie.

lunedì 19 novembre 2007

Free Rice

Questo è un bellissimo esempio di cooperazione e di Marketing sociale che tanto tanto mi piace!
Quando l'amore per il prossimo e per i sofferenti è cosi grande, sviluppa la fantasia e crea delle idee fantastiche qual è FREE RICE!

Thanks JOHN BREEN



Sfamare il mondo imparando l'inglese. E' l'idea lanciata da FreeRice (Riso Gratis), il nuovo gioco tormentone che ha conquistato migliai di internauti e sta facendo la felicità del Programma Alimentare Mondiale Delle Nazioni Unite. In un mese il quiz ha prodotto tanto cibo da nutrire 50mila persone per un giorno. Come? Sul sito www.freerice.com appaiono una parola e quattro definizioni. Se si clicca sulla risposta corretta gli sponsor del programma donano dieci chicchi di riso al Pam (programma alimentare mondiale). Con 100 chicchi si sfama una persona, basta continuare ad indovinare, e in pochi minuti si possono sfamare tanti bambini. "Attenzione - promette il sito - questo gioco vi farà diventare più bravi. Migliorerà il vostro vocabolario, la vostra eloquenza, vi aiuterà sul lavoro. Fatelo per due giorni e parole che non avete mai sentito vi verranno alla mente senza sforzo". Provare per credere. Cosa vuol dire "bachelorette"? Oppure "valance"? O "pettin-fogger"? Ogni tre risposte esatte il livello di difficoltà sale per mantenere alta l'attenzione, ma al primo errore si torna indietro e bisogna risalire la china. (NDB: cala la difficoltà non il riso donato.)
Certo dieci chicci di riso sembrano quasi "niente" ma a giudicare dai risultati sono più che abbastanza. FreeRice, infatti è in crescita esponenziale. Il 7 Ottobre, il giorno del suo debutto, erano stati prodotti solo 830 chicchi. L'altro ieri, si era arrivati 63.253.810. Più di un miliardi di chicchi nel corso di un mese. [...] Erano anni che John Breen, un programmatore dell'Indiana cercava di trovare un modo per far appassionare la gente al tema della povertà e della fame nel mondo. Aveva iniziato nel 1999 con "the hunger site", il primo a lanciare l'idea di un click in cambio di cibo per i poveri. [...] "Volevo fare qualcosa di divertente - dice al Washington Post - che non fosse però una semplice perdita di tempo". L'idea del quiz gli è venuta guardando uno dei suoi due figli prepararsi per un esame. "E'così difficile - racconta -fare interessare le persone al problema della fame e della povertà. E questo mi deprime. Così ho cerato un'idea per attirare la gente, mi sono inventato il gioco e ho inserito personalmente le 10mila parole e le loro definizioni. Speriamo che almeno visitino anche Poverty.com e che capiscano che qualcosa si può fare per salvare chi muore". [...]

Articolo di Monica Ricci Sargentini Per il Corriere della Sera.

lunedì 12 novembre 2007

Who is Eugenio...?


Salve gente,

ho deciso di utilizzare questo strumento magnifico di democrazia qual è internet, aprendo questo blog con l'intento di condividere il mio pensiero, e grazie alla cooperazione di tutti, accrescere e trasformare in delle "skill" i miei interessi.
Mi chiamo Eugenio, ho 32 anni, sono calabrese, una terra tanto bella quanto amara, credo in Dio unica e sola felicità possibile e duratura a cui tutti gli uomini dovrebbero tendere, amo la natura come manifestazione della potenza e bellezza del Creatore. Amo gli animali, i miei cani Ciro e Maya. Odio i soprusi, trovo immorale e inconcepibile che nel mondo ci sia gente ricchissima e gente che muoia di fame. Politicamente mi ritenevo di destra, poi ho riflettuto che oramai essere di destra o di sinistra non ha più senso, sono solo delle stupide etichette, create per dividere gli uomini, per fare la ricchezza di pochi e distruggere le speranza di molti! La soluzoine, essere uniti in delle battaglie democratiche, comuni e coordinate che vedano l'interesse generale come mezzo per soddisfare l'interesse particolare. Mi reputo una persona sensibile, intelligente creativa e visionaria che ha molta voglia di apprendere ed imparare da tutte le persone che vogliono condividere liberamente il proprio sapere e il proprio modo di essere. Albert Einstein diceva: “I have no special talent. I am only passionately curious”. Mi sento essere estraneo ad un mondo che va alla rincorsa del potere, e di utilizzare tutti i trick possibili per ottenere facili guadagni, di sottostare a compromessi o adattarsi a questo o quel sistema altrimenti sei out (io sarò out ma sono contento di preservare la mia dignità di uomo). Credo nel valore dell' onore, e nell'aiuto al prossimo in tutte le sue forme. Credo fermamente che si deve tendere ad un' uguaglianza formale, tutti devono essere uguali davanti alla legge (di fronte a Dio lo siamo) e in una sostanziale, a tutti devono essere garantite uguali possibilità, e le valutazioni fatte in base al metro della meritocrazia e non in base a quello della raccomandazione più potente. Come vi dicevo nelle informazioni personali, sono esperto di business strategy e appassionato di marketing, bramoso di imparare e crescere.
Alcune mie concezioni in ambito aziendale:
credo che in azienda nulla succede per caso, alla base di ogni fenomeno esiste un meccanismo di causa-effetto, credo nell'equilibrio delle contrattazioni, nelle soluzioni competitive basate su meccanismi di cooperazione per risolvere i conflitti, nel coordinamento e nei costrutti logici, nell'utilizzo nelle aziende di tecniche organizzative e gestionali derivanti da sistemi intelligenti utilizzati dalla natura e nell'importanza di rileggere la storia in chiave manageriale per apprendere strategie vincenti. Credo nell'importanza delle relazioni che l'azienda deve instaurare con i suoi stakeholder (clienti, lavoratori, azionisti, fornitori) per la creazione di un vantaggio competitivo duraturo, nella necessità delle aziende di dialogare con i consumatori reali e potenziali e di porsi non più in una posizione verticale rispetto i suoi clienti , ma orizzontale, divenendo cliente di se stessa.